di e con Norberto Presta
regie: Lambert Blum
Lo specchio da una immagine, che mi guarda senza vedermi perché sta pensando in un’altra cosa, sto navigando nella storia e mi perdo. Scrivo la storia di uno che si guarda allo specchio e non sa chi è, la storia di uno che sono molti.
Penso all’Europa nella quale vivo da un quarto di secolo: una società che non si riconosce perché nega l’altro, che perde la sua identità perché nega la sua storia, le sue storie, che dimentica e si fa sorda, che sta sempre peggio perché senza sapere di essere ricca nega la sua povertà, perché pur essendo umanista dimentica la sua solidarietà, la sua uguaglianza, la sua giustizia, dimentica quanto ha imparato per essere stata al tempo stesso, vittima e vittimaria. Dimentica.
Io che sono nato in Argentina, che prima di essere italiano sono stato clandestino in Italia, sono stato clandestino in Germania, io, che oggi sono un europeo col passaporto Argentino, un latinoamericano col passaporto italiano, sono argentino di nascita, italiano per il mio bisnonno, extracomunitario, clandestino, immigrante emigrato migratorio migrante per volontà e natura. Chi sono?
Frammenti di vite condivise, non è nato in maniera premeditata, è apparso come una necessità occulta, una necessità di riconoscersi partendo dalla propria storia e riconoscendo all’altro, riconoscendo a colui che non conosciamo però nel quale ci riconosciamo.
Riconoscere la propria storia nella storia dell’altro, anche quando ognuno ha la sua.
Ho scritto diverse storie, senza pensare di fare uno spettacolo, pero sono un teatrante e quello che ho scritto è stata una necessità che solo come teatrante posso comunicare, vale a dire, facendo passare questo testo per il mio corpo, trasformandolo in una sequenza di azioni per trovare un rapporto emozionale, intellettuale, sensitivo e fisico con il pubblico.
Le ho messe tutte insieme queste storie, le ho mescolate, si sono contaminate ed ho scoperto che erano Frammenti di vite condivise.
Norberto Presta
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